Vendita illustre a: Pinacoteca Brera, Milano
Nell’uso magistrale della grafite e della tempera come nell’abilità e nella forza del tratto svelto e sicuro, questo disegno, in perfetto stato di conservazione, rivela tutta la maestria di Appiani disegnatore, riconosciutagli sin dai tempi dei suoi contemporanei. All’empito naturalistico e allo studio del vero, questo foglio, uno dei più belli del corpus grafico appianesco, coniuga uno stile largo e uno spirito di idealizzazione che si ispira alla grazia di Correggio, riferimento costante per la pittura di Appiani.
La testa, colta di sotto in su, è uno studio preparatorio per il putto alato di destra nella lunetta ad affresco con La Giustizia che Appiani dipinse nel 1808 nella Sala del Trono del Palazzo Reale di Milano (fig. 1)1. Il pittore ricevette l’incarico di affrescare questo ambiente nei primi mesi del 1808. Entro agosto l’impresa era compiuta.
Nella volta Appiani affrescò l’Apoteosi di Napoleone come Giove trionfatore. L’affresco, staccato e conservato a Villa Carlotta a partire dal 1964, fu fortemente danneggiato dai bombardamenti alleati che si abbatterono su Milano durante la Seconda guerra mondiale.
Nelle quattro lunette della volta l’artista dipinse le quattro virtù cardinali: Giustizia, Fortezza, Prudenza, Temperanza (affreschi staccati dopo i danni subiti con i bombardamenti del 1943, depositati sempre nel 1964 a Villa Carlotta a Tremezzo dove ancora si conservano).
L’allegoria della Giustizia è incarnata da una figura femminile seduta, ispirata alla scultura antica, che tiene con la destra il Codice Napoleonico delle leggi e regge con la sinistra uno scettro. Alla sua destra un genio alato sostiene un fascio di verghe con la scure; alla sua sinistra un secondo putto alato, del cui volto il disegno qui presentato è lo studio preparatorio, stringe una cornucopia ricca di oro e onorificenze che simboleggia il liberalismo del potere napoleonico verso i giusti.
I 5 cartoni preparatori dell’intera decorazione, rimasti nello studio dell’artista alla sua morte, furono messi in vendita dagli eredi, come si ricava dal Catalogo di vendita dell’eredità Appiani pubblicato a Milano nel 18182. Oggi il cartone dell’Apoteosi di Napoleone è al Cabinet des Dessins du Louvre3, mentre i quattro delle lunette abbelliscono una delle tante rampe di scale che attraversano lo stesso edificio del Louvre.
Alcuni disegni preparatori dell’affresco della volta con Napoleone in trono si trovano alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano, all’Albertina di Vienna e al Cabinet des Dessins del Louvre4. Un altro è apparso nel 2006 sul mercato antiquario5. Mentre due studi per le figure allegoriche della Prudenza e della Giustizia (oggi perduti) sono citati nel Catalogo delle pitture, dei cartoni e disegni del 18186. Il disegno qui presentato faceva parte, con ogni probabilità, della “Cartella contenente, pensieri e studj dal vero pei freschi della Sala altre volte del Trono nell’I. R. Palazzo” inventariata nello stesso Catalogo del 18187.
Note
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1) Sugli affreschi della Sala del Trono: F. Leone, Andrea Appiani pittore di Napoleone. Vita, opere, documenti (1754-1817), Milano 2015, pp. 109-112, con bibliografia e documenti.
2) Catalogo delle pitture, dei cartoni e disegni più ragguardevoli del defunto cavaliere Andrea Appiani e di varie altre pitture stampe e libri figurati esistenti presso gli Eredi del suddetto c. Appiani, Milano, Società Tipografica de’ Classici Italiani, 1818, p. 8, nn. 1 – 2.
3) M. Precerutti Garberi, Aggiunte ad Andrea Appiani, in “Arte Illustrata”, 1973, VI, n. 52 (febbraio), pp. 15 – 21: p. 17, fig. 16.
4) K. Lankheit, Die Apotheose Napoleons von Andrea Appiani, in Id., Von der napoleonischen Epoche zum Risorgimento. Studien zur italienischen Kunst des 19. Jahrhunderts, München 1988, pp. 9 – 17.
5) Christie’s, Parigi, 23 marzo 2006, Dessins Anciens et du 19ème Siècle, lotto 239, 541 x 443 mm, matita su carta.
6) Catalogo delle pitture, dei cartoni e disegni, cit., p. 9, nn. 15-16.
7) Catalogo delle pitture, dei cartoni e disegni, cit., p. 10, n. 7 della voce “Disegni in cartelle”.
Letteratura
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Roma, febbraio 2024
Francesco Leone