A cura di Luca Fiorentino

Lo stile di questo eccezionale disegno a pietra rossa con acquarellature rimanda ai canoni stilistici, piuttosto riconoscibili, di uno dei protagonisti della pittura di primo Seicento a Siena: Astolfo Petrazzi1. Il tratto della matita, ma soprattutto il modellato eseguito ad acquarello, stilizzano e concepiscono le fisionomie dei volti degli apostoli come se fossero eseguite in cera (come spesso avviene in Petrazzi)2.

I panneggi sono realizzati superbamente (profondi e solcati da pieghe dense di ombre) e potremmo metterli in paragone con altri realizzati da Alessandro Casolani o da Francesco Vanni, ma questi in esame possiedono una ieraticità che diremmo tipica di un Petrazzi nella fase matura, intorno al 1640.

Lo sfondo invece è tutto luce: la carta intonsa è concepita come partito luminoso mentre le linee veloci e tremule, evanescenti e zigzaganti, le potremmo porre a confronto con alcuni disegni di Bernardino Mei, autore cui Petrazzi dovette guardare con deferenza a causa delle carica sorprendentemente innovativa sia su carta quanto su tela.

La Madonna sorvola leggera gli apostoli increduli su gonfie nuvole acquarellate a pennello, lei è al vertice della composizione, mentre gli altri personaggi si riducono di dimensioni quanto più si avvicinano agli estremi della lunetta sino a raffigurarne uno sulla destra quasi sdraiato con una mano appoggiata a terra, come schiacciato dall’andamento della lunetta medesima.

I visi degli apostoli vicino al sarcofago della Vergine sono appena accennati con lievissimi tocchi di matita che ricordano, con quei veloci punti stilizzanti occhi naso e bocca, alcune soluzioni grafiche di Alessandro Casolani e Francesco Rustici; la critica inoltre ha sottolineato le concordanze stilistiche di Petrazzi anche con pittori fiorentini come Matteo Rosselli e Cigoli che condividono con il maestro senese impostazioni figurative e tecniche3.

1 Studi fondamentali su Petrazzi disegnatore sono: Philippe Pouncey, Trois nouveaux dessins de Rutilio Manetti et une hypotèse pour Astolfo Petrazzi, in ‘Revue de l’Art’, IV, 1971, 14, pp. 67-71;

Marco Ciampolini, Drawing in Renaissance and Baroque Siena: 16th and 17th Century Drawings from Sienese Collections, Georgia Museum of Art-University of Georgia, comune di Siena, printed in Canada, 2002, pp. 170-172; Marco Chiarini, Un dipinto insolito e il suo disegno. Una proposta per Astolfo Petrazzi, in ‘Arte Cristiana’, 94, 835, Milano, 2006, pp. 277-278;

Anna Maria Emanuele, Un disegno e il suo dipinto: il “Battesimo di Gesù” di Astolfo Petrazzi, in Atti delle giornate di Studi sul Caravaggismo e il naturalismo nella Toscana del Seicento a cura di Pierluigi Carofano, Pontedera, 2009, pp. 279-289; Marco Ciampolini, Pittori senesi del Seicento, Vol. II (Antonio Nasini-Ventura Salimbeni), Siena, 2010, ad vocem Astolfo Petrazzi, pp. 563-607.

Si ringrazia il Prof. Ciampolini per aver confermato l’attribuzione.

2 I volti cerosi sono stati notati nello stile di Petrazzi da Marco Ciampolini, cfr. Marco Ciampolini, Drawing in Renaissance and Baroque Siena: 16th and 17th Century Drawings from Sienese Collections, Georgia Museum of Art - University of Georgia, comune di Siena, printed in Canada, 2002, p. 170.

2 Vedi Ibidem, p. 171.

Opere Correlate