A cura di Raffaella Poltonieri

Sicuramente ascrivibile a Giovan Battista Trotti, questo disegno è da porre in stretta relazione con la tela dell’Immacolata Concezione di Rivarolo Mantovano (MN), firmata e datata da Giovan Francesco Raimondi nel 16051, e il relativo studio preparatorio conservato agli Uffizi eseguito dal Malosso2.

(left) Francesco Raimondi, Immaculate conception. Oil on canvas. Rivarolo (Mantova), Parish church. (right) Giovanni Battista Trotti, il Malosso, Study for the Rivarolo Immaculate conception. Black chalk. Firenze, GDSU.
Fig. 1. (left) Francesco Raimondi, Immaculate conception. Oil on canvas. Rivarolo (Mantova), Parish church.

Fig. 2. (right) Giovanni Battista Trotti, il Malosso, Study for the Rivarolo Immaculate conception. Black chalk. Firenze, GDSU.

Come in altri casi, il maestro fornì al collaboratore il progetto grafico per realizzare la pala d’altare commissionata, dal risultato qualitativo nettamente inferiore al modello. I due disegni sono pressoché identici, sia nel soggetto rappresentato che nelle dimensioni del supporto, tenendo anche conto che la misura del nostro foglio comprende una piccola incornicitura su tutti i lati.

Dei due, soltanto quello degli Uffizi presenta, però, la quadrettatura dell’intera superficie, testimonianza del suo concreto utilizzo per la realizzazione della pala, dalla quale differisce solo per alcuni dettagli. Ad esempio, la luna raffigurata a sinistra della Vergine è calante in entrambi gli studi, ma piena nella tela; così come è diversa la tipologia della scala subito a fianco.

Se osserviamo bene invece il dipinto in relazione al nostro prototipo notiamo che i colori utilizzati per i panneggi sono variati e che il pomolo dello scettro di Dio Padre raffigurato da Raimondi è sì identico a quello degli Uffizi, ma diverso da quello dell’opera in esame, dalla forma più articolata ed elegante. Tutte queste osservazioni aprono all’ipotesi che il pittore avesse avuto in dotazione soltanto il foglio monocromo, in cui compaiono in effetti tutti i dettagli paesaggistici e gli attributi della Vergine mancanti in quello policromo.

Si tratta di un’opera grafica di alta qualità e di particolare rarità all’interno del corpus malossesco per la presenza del colore, riscontrabile soltanto in un altro caso, ovvero la Trinità con angeli e santi, preparatorio (dotato di griglia di riporto) per l’abside della chiesa prepositurale di Soresina3. I disegni “finiti” all’interno della bottega del Trotti erano solitamente utilizzati come modelli da tenere in atelier o come bozzetti da presentare ai committenti per avere l’approvazione del pro- getto ideato, funzione quest’ultima che sembra aver svolto il nostro disegno: i contorni, infatti, non sono stati né incisi, né traforati, a dimostrazione della sua estraneità al processo produttivo.

Il divario di finitezza che intercorre tra le figure principali, addirittura colorate, e lo sfondo, appena accennato, porta ad escludere l’ipotesi di una destinazione collezionistica del foglio, che avrebbe invece richiesto una maggiore elaborazione di tutti gli elementi.

1Fr. us Raymundus Cr. is F . 1605’. V edi Casalmaggiore 1999, pp. 70-71, cat. 6 e Paltronieri 2016-2017, p. 98.

2 Il disegno è discusso in Tanzi 1999, pp. 151-152, cat. 96.

3 Stati Uniti, Collezione Privata. Penna, pastello e pittura ad olio, 421 × 920 mm. Vedi Poltronieri 2019, pp. 89, 220.

Zurich, Koller Auctions, Drawings of old masters, 25.09.20, lot 3408 (as Giovanni Battista Trotti, attr. to).

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