Questi due studi eseguiti a pietra rossa sono importanti poiché testimoniano, oltre la qualità elevata dell’esecuzione, la modalità operativa del maestro veneto e soprattutto uniscono idealmente bozzetto
e opera finita.
Il foglio infatti è da mettere in relazione con gli affreschi di Palazzo Clerici a Milano eseguiti dal Tiepolo all’incirca nel
1740. Naturalmente la commissione avvenne qualche anno prima
con l’acquisto da parte del maresciallo Giorgio Antonio Clerici del
palazzo milanese nel 1736 in vista delle sue nozze con Fulvia Visconti. L’artista fece un viaggio a Milano nel 1737 ed è probabile che
i due siano venuti in contatto in quell’occasione1.
Lo studio per lo scudo con la testa di Medusa è preparatorio per la
sua controparte pittorica retta dalla figura di Marte subito al di sotto del Carro di Apollo (soggetto centrale dell’intera composizione)
nella cupola di Palazzo Clerici.
Invece la testa di mucca compare
nel bozzetto di presentazione per il progetto milanese: la tela ora
conservata al Kimbell Art Museum di Fort Worth presenta nel lato
lungo alla sinistra del carro del sole (destra per il riguardante) una
figura sdraiata e sul retro una giumenta.
La testa dell’animale è meglio visibile in un secondo bozzetto conservato al Metropolitan Museum of Art di New York preparatorio
per il castello reale di Würzburg (cantiere dove fu operante anche
il figlio Domenico): il soggetto, molto simile a quello milanese,
presenta nella parte inferiore una testa di mucca che compare fra
alcune figure allegoriche. È possibile che Tiepolo riutilizzasse alcuni fogli di studio per rielaborare composizioni simili nei soggetti
in maniera da rendere più veloce l’esecuzione del cantiere da parte
dei collaboratori.
La magistrale esecuzione su carta, ricca di sensibilità coloristica,
luministica e tonale, è degna dei migliori fogli del maestro, si apprezzano inoltre le qualità del non finito dello scudo sulla parte
destra funzionale nel dare profondità e struttura alla testa di Medusa. La scelta della carta azzurra, sfondo e struttura insieme, crea
un favorevole contrasto con le qualità del segno a pietra rossa e la
raffinatezza dei calcolati tocchi di gessetto bianco2.
Note
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1 Per il vasto ciclo di affreschi nel palazzo milanese si veda con profitto:
Rossana Bossaglia, Tiepolo a Milano. L’itinerario lombardo del pittore
veneziano, schede a cura di Valerio Terraroli, Milano, 1996;
Filippo
Pedrocco, Giambattista Tiepolo, Ginevra-Milano, 2002, pp. 244-245
e scheda 142 e 142a;
Enrico Lucchese, Attorno alla Galleria di Palazzo
Clerici, in Lorenzo Finocchi Ghersi, Tiepolo a Milano. La decorazione dei
Palazzi Archinto, Casati e Clerici, Roma, 2016, pp. 69-91.
2 Sui disegni di Tiepolo si veda almeno:
Giorgio Vigni, Disegni del Tiepolo,
Trieste, 1972; George Knox, Catalogue of the Tiepolo drawings in the
Victoria and Albert Museum, London, 1975; Attilia Dorigato, I Tiepolo.
Disegni dalle collezioni del Museo Correr, Venezia, 2004;
Giambattista
Tiepolo tra scherzo e capriccio. Disegni e incisioni di spiritoso e saporitissimo
gusto, catalogo di mostra a cura di Cristina Donazzolo Cristante, Vania
Gransinigh, Udine, Castello, Salone del Parlamento 22 maggio-31
ottobre 2010, Milano, 2010;
Bernard Aikema, Un foglio di Domenico
Tiepolo e la questione dei disegni tiepoleschi a gessetto all’epoca di Würzburg,
in ‘Bollettino dei Musei Civici Veneziani, 3, serie 9-10, 2015, pp. 150-
153;
Giambattista Tiepolo. Disegni: opere dai Civici
Musei di Trieste, catalogo di mostra a cura di Luca Camburlotto, testi di
Luca Camburlotto, Rossella Fabiani, Giorgio Marini, Lorenza Resciniti,
Ferdinand Serblj, Ljubljana Narodna Galerija 1 giugno-3 settembre
2017, Ljubljana, 2017.